Essere rispettati ed essere simpatici non sono necessariamente la stessa cosa.
Anzitutto è più probabile conservare il posto di lavoro se si è rispettati piuttosto che semplicemente simpatici; pensate a quante persone vi stanno simpatiche ma sono poi “balorde o incompetenti” e quindi non le assumereste mai.
Il vortice della simpatia subentra quando teniamo più a essere simpatici che degni di rispetto. Finiamo per annaspare in un devastante tornado di sbattimenti che noi stessi abbiamo creato. Perché? Perché non siamo noi a decidere se piacere agli altri o no.
Forse sarete persone divertenti, ma il vostro particolare senso dell’umorismo potrebbe stridere con il loro, perciò non risulterete simpatici. Magari sarete stragentili, ma potrebbero percepirvi come strambi e potrete non piacere. Potreste anche essere totalmente inoffensivi ma, chissà, magari alla vostra interlocutrice ricordate il suo ex e non le piacerete per niente.
L’essere sempre brillanti, coinvolgenti e seducenti diventa un diktat che difende dal rischio di sperimentare il proprio vuoto interno, uno dei fantasmi più brutti che si possano sperimentare, che a volte portano la persona a fare sogni angoscianti durante la notte.
Dietro la simpatia forzata spesso si nascondono aggressività, paure radicate, bisogni affettivi profondi: un mondo tutt’altro che portatore di serenità e allegria. E la maschera del brillante non fa altro che scollarci sempre di più da ciò che siamo, crea un personaggio fittizio che soffoca la nostra natura e preclude anche possibilità e qualità nelle relazioni.
Facile è quindi, in questo continuo ricercare sensazioni, il rischio di perdersi letteralmente: finte identità, relazioni vuote e superficiali, rischio di non essere presi sul serio e di attirare solo persone che a loro volta non sanno aiutarci a metterci in contatto con noi stessi.
Ciò che ci servirebbe maggiormente sarebbe proprio , da una parte, la responsabilità, per far sì di pervenire a una concreta e consapevole pienezza emozionale, e dall’altra parte la relazionalità vera e autentica, entrambi ingredienti che possano permetterci di entrare in contatto col nostro vuoto e non averne più paura.
Ciò che potete controllare, senza pensare troppo agli aspetti che fanno di voi un collaboratore eccellente, è essere degni del rispetto altrui. Forse ve lo accorderanno o forse no (in fondo anche loro hanno il loro modo di essere) ma se state facendo un lavoro ben fatto, almeno voi saprete che ne siete degni.
E se fare un lavoro ben fatto significa sbattersi di più per finirne un altro che vi piace meno e sbattersi di meno per piacere alla gente mentre smaltite il suddetto lavoro, ciò significa che siete sfuggiti al vortice della simpatia e al tornado di sbattimenti che lo accompagna. Ottimo lavoro!!
Dottoressa Chiara Luongo
Bibliografia:
Sarah Knight “Il magico potere di sbattersene il ca**o”
https://www.psicologionline.net/articoli-psicologia/articoli-psicologia-dintorni/494-simpatia-disagio